Edilizia scolastica, firmato il decreto con i poteri derogatori ai sindaci e ai presidenti di provincia

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Definite le deroghe al Codice Appalti, alla Legge n. 241/1990 e al DPR n. 380/2001
residenti di Provincia e sindaci diventano commissari governativi per la messa in sicurezza delle scuole.

È stato infatti firmato il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) che stabilisce i poteri derogatori da attribuire ai sindaci e ai presidenti delle province interessati dagli interventi di cui al decreto del Miur 5 novembre 2013. Questo decreto ha assegnato i 150 milioni di euro, ripartiti tra le regioni dalla tabella 1 allegata al decreto del Fare (DL n. 69/2013), agli enti locali in base alle graduatorie approvate dalla regioni.

L’articolo 18, comma 8-ter del decreto Fare prevede l’attribuzione di poteri derogatori, fino al 31 dicembre 2014, ai sindaci e ai presidenti delle province che operano in qualità di commissari governativi, in modo da poter rispettare i tempi di affidamento dei lavori entro il 28 febbraio 2014, pena la revoca dei finanziamenti.

Deroghe al Codice Appalti

Per attuare gli interventi urgenti in materia di riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici, sindaci e presidenti di provincia sono autorizzati a derogare a una serie di disposizioni contenute nel Codice Appalti (D.Lgs. n. 163/2006), nel relativo regolamento attuativo (DPR 207/2010), nella legge n. 241/1990 e nel DPR n. 380/2001.
Anci: il Governo acceleri

“E’ da maggio dello scorso anno che l’Anci ha ufficialmente richiesto la convocazione di una conferenza unificata straordinaria per affrontare in particolar modo il tema dell’edilizia scolastica, richiesta più volte reiterata, ma che per indisponibilità dei diversi ministeri non ha mai trovato accoglimento. L’Anci esprime quindi meraviglia per alcune recenti dichiarazioni della Presidenza del Consiglio, apparse sulla stampa, nelle quali ci sembra si faccia un pretestuoso riferimento a ritardi che sarebbero dovuto ai mancati incontri in Conferenza Unificata; tutto ciò, attorno ad una materia, l’edilizia scolastica, che vede da sempre l’Anci impegnata in prima linea insieme agli altri attori istituzionali.” Così in una nota l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, che osserva: “Una emergenza nazionale, che come i Sindaci vanno affermando da tempo, non può essere affrontata con finanziamenti altalenanti e comunque, nonostante gli sforzi messi in campo negli ultimi mesi, non commisurati alle effettive necessità; con programmi e modalità attuative ogni volta diverse. Ci sono infatti ancora più di 600 milioni di euro da assegnare per programmi attivati da anni che opportunamente sbloccati consentirebbero di intervenire laddove necessario. Mentre il fondo unico nel quale avrebbero dovuto confluire tutte le risorse destinate a finanziare l’edilizia scolastica previsto nel 2013 non è ancora stato attivato. Va chiarito inoltre, che sia l’osservatorio che l’anagrafe degli edifici scolastici sono state previste con la legge 23 del 1996 e certo non è imputabile ai sindaci se fino ad oggi non hanno funzionato ed espletato le funzioni previste dalla norma. Inoltre l’osservatorio avrebbe potuto entrare nel pieno delle sue funzioni subito dopo il primo agosto, data della sottoscrizione in conferenza unificata dell’intesa in materia di edilizia scolastica e se ciò non è avvenuto, certo non dipende dall’ANCI che anzi ha sempre mostrato la massima collaborazione nei tavoli di concertazione. Rispetto alle risorse che sarebbero al momento bloccate appare poi opportuno chiarire che gli interventi finanziati con i 150 milioni di euro previsti nel decreto del fare sono stati tutti individuati ed entro il 28 febbraio dovrà concludersi l’affidamento dei lavori; per quanto riguarda i fondi INAIL siamo in attesa di conoscere il programma concordato tra Presidenza del Consiglio e ministeri competenti, sollecitato anche informalmente; mentre le modalità attuative per la programmazione 2013-2015 dei mutui trentennali, per le quali l’ANCI aveva rappresentato comunque la propria disponibilità a lavorare su tavoli non ufficiali, potranno essere adottate dai ministeri competenti appena ripartiranno i lavori in conferenza’’.
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