Piano nazionale per la banda ultralarga

Raggiunto l'accordo quadro con le Regioni. Intesa sull’utilizzo congiunto delle risorse regionali e nazionali e sul criterio di ripartizione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione.

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“Ringrazio le Regioni – commenta Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni – per l’accordo raggiunto, un passo decisivo per la realizzazione del Piano banda ultralarga. In passato ci si limitava ad assemblare piani regionali e si procedeva in ordine sparso. Oggi, per la prima volta, non solo tutte le Regioni condividono un piano nazionale, i suoi obiettivi e la decisione di una rete pubblica in tutte le aree bianche, ma sono d’accordo sull’utilizzo congiunto delle risorse regionali e nazionali e sul criterio di ripartizione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione sulla base dei diversi fabbisogni territoriali”.

Ripartizione territoriale dei 2,2 miliardi assegnati dal CIPE

L’accordo quadro stabilisce che i 2,2 miliardi assegnati dalla delibera CIPE di agosto 2015 saranno utilizzati “secondo una ripartizione territoriale che tiene conto del fabbisogno stimato per gli interventi pubblici nelle aree bianche dei Cluster C e D” e “tenendo conto delle altre risorse disponibili per il finanziamento del piano Banda Ultra in ciascuna Regione”. Dei 2,2 miliardi saranno inizialmente ripartiti 1.6 miliardi che si aggiungono a 1,187 di fondi FESR e FEASR e a 233 milioni di PON imprese e competitività per un totale di circa 3 miliardi.

Per rispettare l’equilibrio complessivo 80/20 nella distribuzione delle risorse FSC, già previsto dalla delibera CIPE di agosto, un’ulteriore delibera CIPE “da approvare entro il 30 aprile 2016” assegnerà alle sole regioni del Mezzogiorno 1.184.022.398 utilizzabili anche per altre opere infrastrutturali.

Infratel spa, società in house del Mise, agirà in qualità di soggetto attuatore degli interventi previsti dall’accordo.

Interventi nelle “aree bianche”

Per gli interventi nelle “aree bianche” (a fallimento di mercato) si procederà con un intervento diretto, cioè non più con contributi a fondo perduto ma con la costruzione di una rete che rimarrà pubblica (Stato-Regioni) e che coprirà 7300 Comuni in tutto il territorio nazionale. Nel cluster C l’obiettivo del piano Bul (Banda ultra larga) prevede una copertura di almeno il 70% delle unità abitative con connessioni oltre i 100Mbps realizzando infrastrutture di tipo FTTB/H e del 30 per cento delle unità abitative ad almeno 30Mbps. Nel cluster D è prevista una copertura a 30Mbps.

Intervento nelle aree “grigie”

Oltre agli interventi nelle “aree bianche”, che partiranno nel 2016 e saranno realizzati nell’arco temporale 2016-2020, il piano BUL prevede l’intervento dello Stato anche nelle aree “grigie” (a mercato) utilizzando ulteriori risorse individuate dalla Delibera CIPE e gli ulteriori strumenti finanziari previsti dal Piano BUL quali il credito d’imposta, il fondo di garanzia e i voucher alla domanda. La fase due del piano sarà programmata e realizzata solo dopo il via libera della Commissione europea sul regime di aiuto.

Copertura dell’85% del territorio

Il Piano banda ultra larga approvato in Consiglio dei Ministri il 3 marzo 2015 si propone di raggiungere il duplice obiettivo fissato dall’Europa nell’Agenda 2020: la copertura dell’85% del territorio con connessioni oltre i 100Mbps e del 100% con connessioni ad almeno 30Mbps.

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