Macroregioni: al via la “Commissione Lanzetta”

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Un gruppo di di esperti per formulare proposte che poi sarà la politica a vagliare

“Sulle Regioni è tempo di pensare seriamente ad una riorganizzazione»”, ne è convinta Maria Carmela Lanzetta, ministro degli Affari Regionali che sul tema ha rilasciato un’intervista a “Il Messaggero”..

“Concordo con le recenti prese di posizione di presidenti di Regione come Chiamparino, Zingaretti e Bonaccini che hanno indicato la necessità di una riforma. Ma per cambiare questo equilibrio, in una situazione complessa nella quale è in corso anche la riforma delle Province e si prospettano grandi novità per i Comuni, è bene ipotizzare interventi mirati”.
Il Ministro Lanzetta annuncia di aver “istituito una commissione guidata dalla professoressa Lida Viganoni, geografa di fama ed ex rettore dell’Orientale di Napoli, affinché venga valutata la possibilità’ di un nuovo profilo per le Regioni italiane. La Commissione ha due mesi di tempo per formulare una base tecnica di discussione che consenta alle varie scuole di pensiero di confrontarsi su una piattaforma comune. Poi sarà la politica a decidere il da farsi”.
Nel frattempo però le “Regioni possono cominciare a discutere tra loro di come riorganizzare alcuni temi, come i fondi per lo sviluppo o la gestione delle acque o alcune competenze sanitarie che oggi appaiono troppo frammentate”.
Per quanto riguarda invece la riforma delle Province “entro gennaio tutte le Regioni, mancano solo Campania, Emilia, Calabria, Basilicata e Molise, avranno stabilito l’elenco delle funzioni assegnate alle loro nuove Province. Ed entro l’inizio dell’estate avremo anche il quadro delle amministrazioni cui potrà essere trasferita una parte del personale delle Province”.
Sul fronte delle Città Metropolitane “tutte stanno per adottare il loro statuto. Dunque possono iniziare a lavorare e noi cercheremo di accompagnarle nel loro cammino. Quello delle Città Metropolitane sarà un modello di gestione più coordinata del territorio cui potranno ispirarsi molti sindaci”.
Da segnalare che sempre su “Il Messaggero” un ampio articolo fa il punto sulle possibilità di un possibile accorpamento delle Regioni. In particolare, il quotidiano di Roma, spiega che “entro sessanta giorni, infatti, il governo riceverà la relazione della Commissione tecnica appena costituita per definire il perimetro della riforma”. “A formulare la prima griglia di risposte su base scientifica – ma sarà poi la politica a decidere, sia chiaro – saranno 13 fra geografi, economisti e giuristi della Commissione presieduta dalla geografa Lidia Viganoni che lavoreranno, peraltro gratuitamente, sulla base della missione loro affidata dal ministro degli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta. Della Commissione fanno parte i prof Francesco Pizzetti, Giandomenico Falcon, Paolo Feltrin, Guido Melis, Alessandro Petretto, Luciano Vandelli, Beniamino Caravita di Toritto, Stelio Mangiameli, Anna Maria Poggi, Andrea Patroni Griffi, Raffaele Bifulco e Marco Olivetti”.
Il lavoro della Commissione si innesta su un dibattito già aperto proprio dai presidenti delle Regioni. Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ha rilanciato la sua idea di una riforma radicale con Regioni che andrebbero riportate alla “semplice” pianificazione del territorio senza compiti di gestione” . argomenti che il Presidente della Campania ha ribadito anche in un’intervista pubblicata da “Il Mattino” il 18 gennaio). “Tesi meno radicali ma non meno “pesanti” sono sostenute dal presidente del Lazio, Nicola Zingaretti, e soprattutto da quello del Piemonte, Sergio Chiamparino, che è anche presidente della Conferenza delle Regioni. Sia Chiamparino che Zingaretti sembrano concordare sull’analisi poiché sostengono che le Regioni cosi come sono non funzionano più e rischiano di vivere non per produrre servizi ma solo per spalare la montagna di debiti che sta per seppellirle”.

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