L’anagrafe nazionale dei residenti in rampa di lancio col domicilio digitale.

Ecco come funzionerà

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Ecco come funzionerà

L’Agenda Digitale di Alessandra Poggiani – pardon, di Francesco Caio… – finisce per andare in porto (a livello preliminare, per i fatti mancano ancora le attuazioni) con l’ultimo dei tre must del ‘fu digital champion’ nonché traghettatore dell’era Letta. L’ultimo step, quello dell’anagrafe nazionale dei residenti (Anpr) con domicilio digitale annesso, è roba di poche ore fa.

Le norme della nuova Anpr

In Gazzetta Ufficiale (data 8 gennaio), infatti, sono state pubblicate le norme della nuova Anagrafe, istituita presso il ministero dell’Interno che sostituirà le anagrafi della popolazione residente e dei cittadini italiani residenti all’estero tenute dai Comuni (trattasi di 8.000 singole anagrafi).

L’anagrafe nazionale dei residenti, fortemente sponsorizzata da Agid dopo fatturazione elettronica e identità digitale (Spid), faceva parte anche dell’agenda di semplificazione PA varata lo scorso dicembre.  Ora il decreto appena uscito delinea in modo più dettagliato “il piano per il graduale subentro“: dopo una fase preliminare viene tracciata una road-map di 32 settimane per essere operativi entro fine 2015.

Si parte con i comuni più piccoli (sotto i 100 mila abitanti) per finire con le città metropolitane. Ma attenzione: a livello operativo la novità più rilevante è il domicilio digitale.

A parte la centralizzazione delle informazioni sulla popolazione con i classici riferimenti anagrafici (nome, cognome, codice fiscale, sesso, stato civile, data e luogo di nascita), quel che farà la differenza sarà l’indirizzo di posta elettronica certificata che il cittadino può anche scegliere come canale esclusivo di comunicazione con la PA. Piccolo grande problema: questa posta elettronica certificata la useremo?

Verrà quindi garantito l’invio telematico delle attestazioni, delle dichiarazioni di nascita e dei certificati. A livello generale, sul sito dell’Agid spiegano che l’Anagrafe nazionale per la popolazione residente sarà capace di dialogare con le altre banche dati di rilevanza nazionale e regionalein modo che le informazioni di anagrafe, una volta rese dai cittadini, si intendano acquisite dalle pubbliche amministrazioni, senza necessità di ulteriori adempimenti o duplicazioni“.

Tanto che nell’Agenda per la Semplificazione si parla di “eliminazione di tutte le comunicazioni verso la pubblica amministrazione relative alla variazione dei dati anagrafici e di stato civile ed integrazione delle banche dati anagrafiche, con conseguente riduzione dei tempi e dei costi per gli utenti e risparmi di risorse per le amministrazioni“.

Banda larga, processo digitale, alfabetizzazione: varie ed eventuali sul DDL PA

Staremo a vedere. Nel frattempo pare che Giorgio Pagliari, del Pd, abbia presentato un emendamento al ddl delega PA (riforma Pubblica Amministrazione) nel quale si prevede di  ”garantire la disponibilità di connettività a banda larga e l’accesso alla rete internet presso gli uffici pubblici e altri luoghi che, per la loro funzione, richiedono le suddette dotazioni“.

In pratica, si vorrebbe garantire Internet in tutti gli uffici pubblici italiani, ammettendo che al momento non tutta la PA ne è provvista (il che francamente imbarazza). Inoltre, il testo dell’emendamento prevede che venga garantito anche “l’accesso e il riuso gratuito di tutte le informazioni prodotte e detenute dalle PA in formato aperto“, i cosiddetti open data. E ancora, si parla di “alfabetizzazione digitale“, di “partecipazione con modalità telematiche ai processi decisionali delle istituzioni pubbliche” e di ” piena disponbilità dei sistemi di pagamento elettronico“.

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