Regioni, la Corte dei Conti denuncia i bilanci truccati

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Debiti non registrati, controlli inesistenti, spese ingiustificate, dipendenti fantasma. Non poche le ombre e le irregolarità riscontrate dai magistrati contabili, secondo un’inchiesta di “Repubblica”

Debiti non registrati, controlli inesistenti, spese ingiustificate, dipendenti fantasma. Un’inchiesta realizzata da Federico Fubini e Roberto Mania sul quotidiano “La Repubblica” svela le contestazioni della Corte dei conti alla gran parte delle Regioni italiane, sotto accusa per gli espedienti utilizzati per truccare i bilanci

CORTE DEI CONTI CONTESTA I BILANCI TRUCCATI DELLE REGIONI – Grazie a una norma dell’ottobre 2012, tra le competenze dei magistrati contabili c’è dal 2014 anche il potere di vigilare e certificare i conti dei governatori. Un’operazione non semplice dato che ogni Regione d’Italia, si spiega, decide in modo autonomo regole e normative in base alle quali scrivere il proprio bilancio. Un lavoro che sta facendo emergere non poche ombre e trucchi:

«Fra i casi più controversi c’è il Piemonte, dove la magistratura contabile ha negato la “parifica”, cioè la certificazione, di parte del bilancio. Una relazione della Corte dell’11 luglio parla di «dubbi sulla corretta iscrizione a bilancio della anticipazioni», cioè di oltre due miliardi di euro prestati dal Tesoro nel 2013 per pagare gli arretrati alle imprese fornitrici della sanità. La Corte nota che il Piemonte nel 2012 «ha finanziato con le risorse ricevute dei debiti diversi», e «passività pregresse extra bilancio». L’accusa sarebbe dunque duplice: la giunta ha preso un prestito dal Tesoro per saldare le imprese creditrici, ma ha usato quei soldi per altre spese; in più, ha cancellato dal bilancio i debiti verso i fornitori già pagati, ma non ha iscritto i prestiti del Tesoro come nuovo debito. Se lo facesse uno Stato europeo, sarebbe un caso politico dirompente a Bruxelles e a Francoforte», si legge su Repubblica.

Non è certo l’unico caso. Quello più grave è legato alla Campania, alla quale i magistrati contabili hanno negato totalmente la certificazione. Una decisione alla quale la Giunta ha fatto ricorso, ottenendo per ora il ritiro del giudizio. Registrate attività inesistenti per 3 miliardi di euro, in un bilancio da 16,8 miliardi di euro con 1,7 miliardi di deficit.

REGIONI, TUTTE LE OMBRE – La Corte ha negato in parte la certificazione anche alla Liguria, alla quale i magistrati hanno contestato i 91 milioni di residui attivi (crediti in realtà inesigibili), su 103 milioni di cessioni di immobili, oltre cha a 17,5 milioni di attività in derivati con la banca statunitense Merrill Lynch. Ed emergono anche ombre sui bonus stipendi ai direttori delle aziende sanitarie, sottolinea Repubblica.

Senza dimenticare le province autonome di Trento e Bolzano, sotto accusa per le spese di rappresentanza dei due presidenti, ingiustificate. O gli aumenti di capitale delle società termali in Toscana, quando la Giunta doveva invece privatizzare. Oppure i lavoratori pubblici del Friuli Venezia Giulia: oltre ai 2800 dipendenti, altri 1700 risultano fuori bilancio, in una rete di enti.

TUTTI I CASI – Rischia di venire bocciato anche il bilancio del Veneto, per gli “errori” contabili legati all’indebitamento.  Mentre su quello della Sardegna vengono contestate le continue risorse erogate alle partecipate in perdita e senza contratti di servizio. Lo stesso Consiglio regionale isolano ha approvato una serie di leggi senza copertura finanziaria. Per la serie: prima si spende, poi si pensa a come coprire i buchi di bilancio.

E in Sicilia? Per metà delle leggi presentate dalla Giunta manca anche la relazione tecnica, con il rischio palese che gli oneri possano rimanere così «occulti», ha accusato la magistratura contabile. Non è un caso che la Corte abbia in parte negato la certificazione del bilancio. Nella stessa regione il rapporto tra dirigenti e dipendenti lievita senza freni: uno ogni otto, rispetto alla media delle altre Regioni, di uno ogni 16. Senza contare l’elevato numero degli stessi dipendenti: circa 20mila, oltre ai 7300 delle partecipate.

C’è infine il caso Calabria, dove, oltre ad anomale spese di rappresentanza, i magistrati hanno segnalato circa 27 milioni di euro fuori bilancio. E nella relazione della Corte si denuncia la violazione del principio di trasparenza, oltre agli squilibri pesanti nella gestione vincolata della cassa regionale. Storture che non possono che riflettersi sui conti generali dello Stato.

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