Reati paesaggistici, la Cassazione sui vincoli di inedificabilità assoluta o relativa

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La normativa antisismica si applica anche nel caso di prefabbricato in lamiera situato all’interno di una proprietà privata
Ai fini della configurabilità del reato paesaggistico non conta la distinzione tra zone soggette a vincolo di inedificabilità assoluta o relativa. Infatti, l’art. 181 del decreto legislativo n. 42/2004 sanziona i comportamenti sia sui beni tutelati per legge ex art. 142, sia sui beni soggetti a tutela in ragione del loro notevole interesse pubblico ex art. 136.

Lo ha ribadito la Corte di Cassazione, terza sezione penale, con la sentenza n. 36853 depositata il 4 settembre 2014, con la quale è stato bocciato il ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’appello di Palermo che aveva confermato una pronuncia del tribunale di Agrigento. Il proprietario di un immobile, sito in una zona sismica di Agrigento e soggetta a vincolo archeologico di inedificabilità assoluta, aveva realizzato, senza concessione edilizia e in assenza del nulla osta della Soprintendenza, una tettoia di 100 metri quadrati sul lastrico solare.

AMBITO DI APPLICAZIONE DELLA NORMATIVA ANTISISMICA. Nella sentenza pubblicata il 4 settembre scorso, la Corte suprema di cassazione ha tra l’altro precisato che “la normativa antisismica trova applicazione anche nel caso di prefabbricato in lamiera situato all’interno di una proprietà privata”. Infatti “Esso può arrecare offesa alla pubblica incolumità per gli effetti delle azioni sismiche, poiché in tale concetto rientra anche il possibile danno al singolo individuo e quindi allo stesso proprietario del manufatto (Sez. 3, n. 8221 del 17/03/1986 – dep. 12/08/1986, Sarda, Rv. 173564)”.

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