Come tagliare la spesa pubblica? “Unificando le 10mila stazioni appaltanti nelle 107 Province”

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Con la riorganizzazione delle stazioni appaltanti è possibile risparmiare oltre 30 miliardi di euro, il 2% del Pil e il 21% della spesa pubblica
Una proposta per introdurre veri risparmi nella spesa pubblica: a lanciarla l’economista Gustavo Piga dell’Università di Roma Tor Vergata, in occasione del seminario “Riflessioni di carattere economico sul riordino degli enti locali” che si è svolto il 20 novembre scorso a Roma e che ha visto la partecipazione di alcuni degli economisti del Comitato Scientifico della Fondazione Manlio Resta.
“Le stazioni appaltanti sono troppe e non sono in grado di garantire risparmi. La riorganizzazione e la riduzione delle stazioni appaltanti, che al momento sono più di 10 mila, ridurrebbero i costi del Paese di circa 30 miliardi di euro a regime. Le Province possono diventare, in una logica reale di riforma dei conti del Paese, una stazione appaltante e tutte e 107 potrebbero ridiventare la leva per l’aggiustamento dei conti del Paese”, ha dichiarato Piga.
Secondo l’economista, i 30 miliardi di risparmi ottenibili a regime “potrebbero migliorare la competitività delle nostre aziende, facendo anche una opportuna considerazione dei costi standard, che possono supportare in maniera adeguata la riduzione dei costi del Paese”.
Dall’Upi emendamento al Ddl sulle province
La proposta presentata da Gustavo Piga è stata accolta con favore dal presidente dell’Unione delle Province d’Italia (Upi), Antonio Saitta (foto), che ha annunciato in proposito la presentazione di un emendamento al disegno di legge sulle Province e le Città metropolitane. ‘”Come ha sottolineato il Prof. Piga, razionalizzare le stazioni appaltanti sarebbe strategico per operare quella gestione degli sprechi cui si appresta a lavorare il Commissario per la spending review Carlo Cottarelli. Centralizzare il tutto a livello statale avrebbe un effetto territoriale perverso mentre le Regioni, che sono forti dal punto di vista della legislazione e programmazione, non possono gestire funzioni amministrative operative. Parcellizzare sui Comuni, poi, non produrrebbe alcun effetto in termini di economia di scala”, osserva Saitta.
“Le Province invece dispongono di uffici tecnici altamente qualificati che già operano nella gestione degli appalti a livello territoriale e a supporto dei Comuni, come succede per esempio con i contratti dei global service per la gestione delle scuole. Si tratterebbe di costituire 107 stazioni appaltanti, tra l’altro facilmente controllabili dalle 107 Ragionerie periferiche, capaci di esaltare le piccole e medie imprese locali”.
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