Limitare il consumo di suolo e riqualificare l’esistente

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Il Libro Bianco: progetto Start City

Riconnettere centri e periferie gestendo i “vuoti urbani” e gli spazi dismessi, stimolare i settori dell’edilizia e delle infrastrutture e promuovere lo sviluppo di soluzioni innovative.
Per effetto della Legge n. 56/2014, dal 1° gennaio 2015 l’Italia ha dieci Città Metropolitane: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma Capitale, Bari, Napoli e Reggio Calabria. A queste se ne aggiungono quattro nelle Regioni a Statuto Speciale: Cagliari in Sardegna, Palermo, Catania e Messina in Sicilia.

Al fine di fornire alle Città Metropolitane italiane gli indirizzi generali di metodo e di strategia per uno sviluppo economico che consenta crescita occupazionale e attrazione di nuovi investimenti, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), in collaborazione con Intesa Sanpaolo e The European House – Ambrosetti, ha lanciato il progetto Start City che ha anche l’obiettivo di promuovere un dialogo costruttivo tra gli stakeholder locali, centrali ed internazionali e di diffondere l’importanza e la rilevanza dei temi trattati per modernizzare e migliorare il Paese.

Le attività del progetto Start City sono state sviluppate nell’arco di 11 mesi sotto la guida di un Advisory Board composto da:

- un Comitato Scientifico di alto profilo con la partecipazione di Juan A. Alayo, Mario Cucinella e Ferruccio de Bortoli;

- i Vertici di ANCI, Intesa Sanpaolo e The European House – Ambrosetti;

- i Sindaci delle Città Metropolitane italiane.

I risultati del lavoro svolto sono sintetizzati nel “Libro Bianco delle Città Metropolitane” che ha l’obiettivo di delineare un modello italiano per lo sviluppo delle Città Metropolitane e fornire alcune linee guida per dare efficacia alle Città Metropolitane costruendo un’agenda d’azione nazionale.

Il Libro Bianco mette in luce che l’Italia presenta carenze che ne frenano la capacità di sviluppo economico e di crescita competitiva su sei ambiti-chiave:

1. Stimolo all’innovazione e alla crescita delle start-up;

2. Promozione dell’export e l’internazionalizzazione;

3. Valorizzazione degli asset culturali e del turismo;

4. Sviluppo del sistema della logistica e della mobilità;

5. Ribilanciamento del modello di sviluppo territoriale e urbano;

6. Modernizzazione del sistema di governo del Paese.

Per quanto riguarda in particolare il punto n. 5, il Libro Bianco evidenzia che

“La forte urbanizzazione e l’elevato tasso di consumo del suolo in Italia comportano problemi e diseconomie di natura ambientale, sociale ed economica. Un nuovo modello di pianificazione territoriale deve puntare a limitare il consumo del suolo, privilegiare la riqualificazione dell’esistente in accordo con le esigenze delle nuove modalità di lavoro e produzione dell’economia della conoscenza (“industria 4.0”, industrie creative, ecc.) e ricollocare le funzioni sul territorio, riconnettendo centri e periferie e gestendo i “vuoti urbani” e gli spazi dismessi, oltre a stimolare diversi settori economici ed occupazionali (come edilizia e infrastrutture) e promuovere lo sviluppo di soluzioni innovative”.

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