Auto con targa dell’Est in aumento

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In molti avranno notato negli ultimi anni l’aumento del numero di auto di grande cilindrata con targa dell’Est che sfrecciano per le strade delle grandi città o in autostrada. In questo caso non c’entra l’apertura delle frontiere, né l’avanzata del turismo proveniente dall’est europeo. I proprietari delle auto sono infatti italiani al 100%, che ricorrono alla pratica truffaldina di far immatricolare la loro auto sportiva o di lusso in un paese dell’Est. Perché? Semplice: per non pagare bollo auto, assicurazione e multe, oltre che farsi beffe degli autovelox.
I furbetti delle targhe non fanno altro che intestare la loro auto a un prestanome residente in uno dei paesi dell’Est e il gioco è fatto: bollo e assicurazione infatti si pagano nel Paese in cui viene effettuata l’immatricolazione. Ad esempio, in Romania ad esempio, l’assicurazione Rc non arriva a 200 euro annui. Si elude poi il pagamento superbollo italiano per le auto di lusso; per non parlare del fatto che si sfugge al redditometro. Quanto alle multe, spesso non arrivano oltreconfine, poiché i costi per trasmettere le contravvenzioni sono più alti delle multe stesse. Per non parlare della difficoltà nel rintracciare l’effettivo proprietario dell’auto.

La targa tedesca

Molto diffuso anche il fenomeno del “renting targa tedesca”, di cui si trovano numerosi annunci in Rete. Il trucco consiste nell’affittare in leasing un’auto tedesca e circolare tranquillamente in Italia, evitando superbollo e gli alti costi dell’assicurazione italiana. L’auto potrà così sfrecciare indisturbata a tutta velocità, visto che autovelox e tutor in Italia per la legge sulla privacy possono fotografare solo la targa, mentre in Germania la multa è valida solo se viene fotografato il conducente. Inoltre il costo del noleggio potrà persino essere detratto dalla dichiarazione dei redditi. È anche possibile comprare direttamente l’auto in Germania e cederla alla società di leasing, che riconoscerà il diritto di proprietà, uso e vendita.

I benefici

Per le auto con targa dell’Europa dell’Est il bollo ha un costo irrisorio e così l’assicurazione, molto più bassa che in Italia. Multe e infrazioni da autovelox cadono nel vuoto, la Ztl non esiste e queste auto possono circolare liberamente anche nelle zone regolamentate, in barba ai divieti. La revisione può essere fatta “a distanza” grazie a meccanici compiacenti oltrefrontiera. E spesso chi ha la peggio in caso di incidenti con queste vetture non viene risarcito.

I rischi

L’assicurazione qui è un tema spinoso e particolarmente rischioso. Infatti in caso di incidente con feriti o morti questa potrebbe non essere disposta a pagare, e il proprietario costretto a risarcire il risarcimento, che può anche superare il milione di euro. Anche in caso di incidenti non gravi la truffa può venire alla luce e coinvolgere il proprietario dell’auto in reati anche penali.

La normativa per le targhe extraeuropee

Secondo le norme dell’Unione Europea un’auto proveniente da un Paese extraeuropeo può entrare in Europa senza pagare dazi e imposte per sei mesi in un anno. Molti invece rimangono in Italia per anni evitando i pagamenti. Tuttavia, se fermati – in alcune città come Brescia, anche dai vigili – costoro possono incorrere nel reato di contrabbando. L’auto, spiega il quotidiano Brescia Oggi, viene subito posta sotto sequestro per accertare se l’illecito è penale o amministrativo, a seconda che l’importo per diritti doganali superi o meno i 3.999,96 euro. In tutti i casi scatta la confisca obbligatoria. Il proprietario può chiedere il riscatto, ma a carissimo prezzo: la Dogana stima il valore dell’auto, applicando il 10% dazi e il 22% di Iva, oltre a una multa che va dal doppio al decuplo. Se com’è probabile il proprietario non riscattasse l’auto, questa potrà essere assegnata agli organi di polizia, compresa quella locale.

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