Poste: il piano industriale al centro del confronto con Regioni e Comuni

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Il Presidente del Piemonte e della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, ha incontrato, il 12 febbraio, a Roma, i vertici di Poste Italiane. Nel corso dell’incontro, “la presidente Luisa Todini e l’amministratore delegato e direttore generale Francesco Caio hanno illustrato a grandi linee il piano industriale di Poste Italiane, e si sono dimostrati disponibili a organizzare a breve un ulteriore incontro di approfondimento con Anci e Conferenza delle Regioni”. Ed infatti il tema sarà trattato con l’amministratore delegato di Poste Italiane Spa, Francesco Caio, al termine della Conferenza delle Regioni che il Presidente Chiamparino ha convocato per giovedì 19 febbraio.
“La regione Piemonte – ha dichiarato il presidente Sergio Chiamparino – è impegnata a seguire da vicino il processo, in modo da garantire che la riorganizzazione aziendale di Poste Italiane proceda di pari passo con il miglioramento dei servizi per i cittadini, in particolare per i residenti delle aree più periferiche e disagiate del nostro territorio”.
Appare comunque certo – anche dalla lettura dei comunicati ufficiali – che il confronto con Regioni e Comuni precederà la fase attuativa del piano di razionalizzazione degli uffici postali. Del resto è stata questa la conclusione condivisa al termine dell’incontro che si è tenuto lo stesso 12 febbraio al ministero dello Sviluppo economico tra il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello
Giacomelli, l’amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio e il presidente dell’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni Angelo Cardani. Poste Italiane si è impegnata a coinvolgere Regioni ed enti locali per spiegare come i servizi innovativi assicureranno la tutela del servizio universale per i cittadini. Il piano di chiusura degli uffici postali previsto nel 2015 è conforme ai criteri fissati dalla delibera Agcom: spetterà all’Authority – come da sue prerogative – verificare il rispetto degli obblighi del piano annuale fissati dal decreto 7 ottobre 2008 sulla distribuzione degli uffici postali sul territorio. Giacomelli prenderà ora contatto con il presidente della Conferenza delle regioni Sergio Chiamparino e con il presidente
dell’Anci Piero Fassino per concordare le modalità di coinvolgimento degli enti locali nel piano di Poste.
Per quel che riguarda il Piemonte, Sergio Chiamparino, ha già chiesto alla presidente del consiglio di amministrazione di Poste Italiane, Luisa Todini, e all’amministratore delegato, Francesco Caio, l’avvio immediato di tavolo di confronto sul futuro del servizio postale nei territori rurali e montani piemontesi. Una richiesta che segue l’appello inoltratogli nei giorni scorsi da Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem, sui temi della riorganizzazione postale e la chiusura di molti uffici. “Ringrazio il presidente Chiamparino per l’immediata iniziativa – commenta Borghi, che è anche presidente dell’Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna – che consente di richiamare a tutti i livelli Poste Italiane alle proprie responsabilità, così come stiamo facendo in Parlamento mediante le iniziative di sindacato ispettivo che abbiamo avviato sul tema”. Borghi e altri 67 deputati hanno già depositato alla Camera un’interrogazione a risposta scritta sul ridimensionamento del servizio di Poste Italiane in aree marginali e montane: a livello nazionale 455 uffici postali in meno e orari ridotti in 608 uffici. “I servizi postali – osserva Borghi – in particolare per le famiglie e le imprese, sono fondamentali per il presidio del territorio e la garanzia dei servizi essenziali”.
Anche l’Anci conferma di aver avviato una discussione con Poste Italiane, il presidente nazionale di Anci, Piero Fassino parlando coi giornalisti a margine del convegno di Legautonomie ha detto che è stato “aperto un confronto con l’ad di Poste, Caio. Lo abbiamo fatto insieme al presidente Chiamparino e stiamo definendo un piano che consenta di ridurre il più possibile i disagi per i cittadini. Lo esamineremo nella conferenza unificata Stato-Regioni-Citta’ della prossima settimana”.
Il tema aveva, nei giorni scorsi, già suscittao l’immediata reazione del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, che riferendosi alle ricadute per la sua regione aveva affaermato che 2tagliare 63 uffici postali che costano pochi milioni – ha spiegato – è un atto che suona come insulto ai pensionati, agli anziani, a chi sta in montagna, a chi vive nelle parti meno accessibili ai flussi urbani. Ci batteremo insieme ai Comuni perché questo piano scellerato non passi e perché questa presenza dello Stato a garanzia di un servizio universale si mantenga. Per questo chiederemo a Poste il ritiro del piano”. Nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, Rossi coinvolgerà nella questione gli altri presidenti di Regione, e solleciterà un incontro al Governo e all’ad di Poste Francesco Caio. “Due stipendi di due ad di Poste – ha scritto Rossi su twitter – basterebbero a coprire i tagli degli uffici toscani. Non abbiamo – ha concluso – l’anello al naso”
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