La raccolta differenziata diventa smart grazie all’Rfid: un vantaggio per l’ambiente e un risparmio per i cittadini

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Grazie alle nuove tecnologie, quindi, anche la spazzatura diventa intelligente. La raccolta differenziata nell’era delle smart city, gestita con l’Rfid, rappresenta un beneficio sia per l’ambiente (e quindi per la collettività) che un vantaggio diretto per le tasche dei cittadini. Facciamo una carrellata lungo gli ultimi esempi italiani di raccolta differenziata targata Rfid…

Anche a Castellanza si ricicla con l’Rfid
L’ultimo comune virtuoso che ha scelto di adottare il sistema di raccolta differenziata con l’Rfid è quello di Castellanza. Proprio a partire dal 1 aprile, infatti, è stato avviato un progetto sperimentale che durerà fino al 31 dicembre 2014. L’obiettivo? Innanzi tutto superare la soglia per la quota minima di raccolta differenziata, che la legislazione vigente ha fissato al 65%. Oggi Castellanza è al 58% e punta a superare il 70%. Non solo: con il sistema di tracciamento del rifiuto indifferenziato si mira anche a ottimizzare tempi e percorsi dei mezzi di raccolta. I cittadini hanno ricevuto un codice identificativo univoco, applicato (in occasione della distribuzione del kit annuale) sui sacchi viola da usare per la raccolta differenziata. Per quali rifiuti bisognerà utilizzare il nuovo sacchetto? I cittadini dovranno prestare attenzione a gettarvi esclusivamente il secco non altrimenti reciclabile, come per esempio le posate di plastica, le penne biro, o i tubetti di dentifricio… In questa prima fase del progetto il sistema valuterà la frequenza con cui gli utenti butteranno i sacchetti di indifferenziata e non il peso della spazzatura gettata. Analizzando questi dati, l’amministrazione comunale potrà gestire la corretta riscossione della tassa per i rifiuti sulla base dell’indifferenziata effettivamente prodotta da ogni utente.

A Capannori, Rifiuti Zero
Da alcuni mesi anche il Comune toscano di Capannori ha adottato un sistema basato sui tag Rfid per il monitoraggio della raccolta differenziata. Capannori è un comune all’avaguardia in questo settore: è stata infatti la prima realtà italiana, nel 2007, ad aver aderito alla strategia internazionale dei Rifiuti Zero per l’abbattimento dei rifiuti indifferenziati entro il 2020. Già dieci anni fa, nel 2004, il comune toscano ha avviato ben tredici progetti per la riduzione dei rifiuti e l’incentivazione della raccolta differenziata. Questo ha portato all’eliminazione totale dei cassonetti dal territorio comunale: la raccolta dei rifiuti a domicilio è stata infatti estesa a tutta la popolazione (45.743 abitanti, per 17.932 famiglie e 2.610 utenze non domestiche).

In Emilia Romagna si pensa all’e-waste
Anche l’Emilia Romagna ha partecipato lo scorso anno a una sperimentazione volta alla promozione della raccolta differenziata: si tratta di Identis Weee, un progetto del valore di 3milioni e mezzo di euro

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