Lombardia. Maroni su sale giochi : “Licenza della Questura non basta, serve Ok dei Comuni”

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L’incontro sull’applicazione della legge regionale sulle ludopatie, tenutosi a Palazzo Lombardia, si è chiuso con la decisione di costituire un tavolo di lavoro coordinato dall’assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, al quale parteciperanno Regione Lombardia, Anci, Comune di Milano, Prefetture e Questure per stabilire un nuovo sistema da sperimentare in Lombardia per il rilascio delle autorizzazioni all’apertura di nuove sale gioco, sale bingo o videolottery.

ISTITUIZIONI COINVOLTE – Il presidente della Regione Lombardia, ha ricordato una circolare del Dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno, secondo la quale sulla materia esiste “un concorso di interessi pubblici di pari rilievo facenti capo ad amministrazioni diverse, statali (Ministero dell’Interno, concorso pubblico in materia di sicurezza) da un lato e territoriali dall’altro (Regione Lombardia, interesse pubblico a tutela dei più deboli e degli affetti da ludopatie), con la conseguenza che il regime di pubblica sicurezza convive con eventuali norme di legge regionali o regolamentazioni comunali che, muovendo su un piano diverso rispetto a quello della licenza di Polizia, pongono limiti all’apertura di sale gioco, sale bingo e Vlt”.

NON SOLO POLIZIA – Alla luce di queste considerazioni, il governatore ha fatto presente che, grazie al confronto avuto oggi con Prefetti e Questori, è emerso il fatto che “l’autorizzazione di Ps rilasciata dalle Questure, da sola non può più bastare. Serve – ha spiegato – anche un’autorizzazione di carattere amministrativo, rilasciata dalla Regione o dai Comuni, perché si possa aprire il locale. Come regolamentare e fare in modo che questo ‘concorso di interessi di pari rilievo’ abbiano la stessa rilevanza, sarà oggetto del lavoro del tavolo che abbiamo costituito oggi sotto la guida dell’assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, che si riunirà già nei prossimi giorni con l’obiettivo di individuare le procedure per dare piena attuazione a questo nuovo sistema. Una sperimentazione importante – ha sottolineato il presidente – perché vede insieme il Ministero dell’Interno attraverso prefetture e questure, la Regione e i Comuni a tutela dei soggetti deboli per evitare che si rovinino nelle sale slot”.

ASSESSORE: COMBATTIAMO VERA PATOLOGIA – “La legge votata all’unanimità dal Consiglio regionale è stata fatta per contrastare un fenomeno assai diffuso, una vera e propria patologia, che ha dati molto preoccupanti, nonostante la regolamentazione del gioco non sia una competenza specifica della Regione”. Lo ha detto l’assessore regionale al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo, durante il vertice con i questori e con i prefetti della Lombardia per discutere dell’applicazione della legge regionale sulle ludopatie.

VERA E PROPRIA PATOLOGIA – Oltre a Pavia, ha ricordato l’assessore, in cui c’è una spesa pro capite di 2100 euro per il gioco (8% del Pil), “molte altre province sono coinvolte. Con la legge 8, che è in vigore, abbiamo risposto alle richieste arrivate dalle famiglie dei ludopatici e dagli amministratori comunali, che si trovano spesso a lottare con pochi strumenti contro questo fenomeno”. Molto spesso infatti le ordinanze dei Comuni vengono impugnate e il Tar dà torto ai Comuni stessi. “La ludopatia – ha ricordato l’assessore – non è un vizio o un fenomeno economico transitorio ma è una vera e propria patologia che colpisce migliaia di persone, tanto è vero che i fondi che la nostra legge mette a disposizione (oltre 1 milione di euro) servono per finanziare i voucher, attraverso cui le persone si possono curare, grazie anche all’attività del terzo settore”.

I PALETTI DELLE NORME – L’assessore ha ricordato anche i paletti che fissa la legge come il divieto di aprire una sala gioco o attivare una macchinetta a 500 metri da luoghi sensibili come chiese, oratori, scuole e case di risposo, oltre che la realizzazione di campagne di sensibilizzazione curate dalle Asl e dalle scuole. “Insieme alla legge 8 – ha sottolineato l’assessore – abbiamo anche approvato una proposta di legge al Parlamento, consapevoli come siamo che molto dipende dal livello nazionale. Ci rendiamo conto che, in un momento di difficoltà economica, gli 8 miliardi di euro di gettito garantito dal gioco fanno comodo ma si spendono molti fondi, se non di più, per la cura delle persone malate e per far fronte a ciò che è legato a ludopatia”.

RILASCIO LICENZE – Per quanto riguarda il rilascio delle licenze, l’assessore ha fatto appello alla più stretta collaborazione di tutti e ha sottolineato l’opportunità che “si tenga conto della nostra legge, che è in vigore e che è stata votata all’unanimità”. L’assessore ha anche ricordato come “intorno ai luoghi dove si gioca sia aumentata in maniera forte la criminalità”.
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