IL CASO E LA NECESSITÀ

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Il caso
Due reportage di due situazioni lontane tra loro mille miglia ci hanno colpito nella loro nefasta simmetria: il black out in India e le dimissioni di Lombardo in Sicilia. Ambedue causate da disastri amministrativi, politici, burocratici. Il primo sintomo del più che probabile deragliamento del finora tanto decantato desarrollo indiano, il secondo tardo e tardivo epigono emblematico di uno stile di governo bizantino e cialtrone, lazzarone e peronista che non solo non ha minimamente sfiorato nessun desarrollo se non quello delle assunzioni clientelari e della spesa pubblica ma ha anche visto l’implosione del poco di tessuto industriale ancora esistente nell’isola. Se due economie così distanti, una in pieno sviluppo e una in netto ripiegamento, soffrono della stessa infezione di origine politico/burocratica vuol dire che qualcosa d’insano si è installato nei gangli dei processi decisionali democratici. Questo virus della corruzione sta corrodendo il principio stesso del consenso facendo sorgere pericolosi dubbi sull’intera tenuta di tale principio.

La necessita’
Il Presidente della Corte dei Conti ha proposto il ritorno ai controlli preventivi; Bossi citando la crisi degli Stati-nazione propone macroregioni omogenee; il governo Monti con la spending review accorpa le provincie in analogia a quanto proposto dall’Unione delle Province.
Tutte soluzioni con pro e contro, ma quello che ci sembra impellente è un ritorno ad un generale, imperativo e sostanziale senso di responsabilità amministrativa, contabile, penale e politica.
Se i controlli preventivi fanno il paio con decisioni ex post come quella del Consiglio di Stato sull’area C di Milano, se le macroregioni o le province accorpate diventano macromacchine di spesa e di consenso, se chi sbaglia, chi frena, chi ruba, chi non decide nei tempi previsti non paga mai il fio politico, contabile e penale delle sue azioni non c’è riforma che tenga.

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