Il disastro coinvolge anche gli idonei dei concorsi nella PA

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I tagli lineari al costo del personale delle province tarpano ali e speranze agli idonei dei concorsi pubblici.
La legge di stabilità che mette in esubero, di fatto, circa 20.000 dipendenti provinciali, innesca una sorta di guerra tra poveri. Da un lato, infatti, pregiudica fortemente la condizione dei dipendenti provinciali, per i quali si apre un periodo di “passione” di due anni, nel corso dei quali spereranno di trovare ricollocazione in comuni, regioni o anche amministrazioni dello Stato, senza che sia ben chiaro se esistano davvero 20.000 posti vacanti e disponibili.
Dall’altro lato, gli idonei dei concorsi pubblici inseriti nelle graduatorie ancora valide vengono privati dell’aspettativa legittima di essere chiamati per scorrimento delle graduatorie medesime.
Infatti, la legge di stabilità cerca (per altro in modo tortuoso e poco efficace) di agevolare la ricollocazione dei dipendenti provinciali, imponendo a regioni, comuni ed amministrazioni statali solo due vie per le assunzioni negli anni 2015 e 2016: chiamare in servizio i vincitori dei concorsi, ed assumere per mobilità (cioè, trasferimento) i dipendenti in esubero, che nel biennio resteranno presso le province in soprannumero (cioè, extra dotazione organica, alle soglie del licenziamento).
Poiché la legge di stabilità, in sostanza, intende riservare solo ai dipendenti provinciali in esubero ed ai vincitori dei concorsi le assunzioni a copertura dei posti vacanti, per gli idonei dei concorsi si chiudono del tutto le porte di accesso verso le pubbliche amministrazioni.
Sui socialnetworks gli idonei da giorni hanno lanciato la loro protesta contro “l’emendamento 2.8910″, evidenziando che le decisioni del Governo non solo distruggono le loro aspirazioni, ma si pongono in contrasto con i principi di “meritocrazia”, tanto sbandierati.
Tuttavia, se il Governo ha chiuso ogni dialogo con i sindacati in merito alla decisione di prevedere tagli forfettari alle dotazioni organiche di province e città metropolitane (ma, queste non dovevano essere una “grande svolta”? Perché ridurne i dipendenti prima che nascano?), difficilmente potrà rivedere le proprie decisioni sui sistemi di reclutamento nel prossimo biennio, col rischio che gli idonei si ritrovino solo pive nel sacco.

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